Il punto di vista di Dominique Giroud.
Nel suo editoriale di giovedì 13 novembre 2014, Le Temps sostiene che Dominique Giroud è l'autore di "reati viticoli". Da mesi leggiamo o sentiamo dire che Dominique Giroud è un viticoltore che imbroglia e manomette i suoi vini. Questa accusa è stata ripetuta così spesso che la demonizzazione del vallesano è irreversibile. Ancora una volta, il proverbio "Calunnia, calunnia, qualcosa si attacca sempre" si è avverato. Oggi, al solo nominare Dominique Giroud, tutti gridano "ladro". In questo contesto di sospetti, è diventato impossibile far parlare i fatti.
Dominique Giroud non è mai stato condannato da nessun giudice o procuratore per le sue pratiche viticole. È uno dei circa 900 viticoltori che, negli ultimi dieci anni, sono stati messi in discussione da ispettori federali o cantonali. Che tipo di sviste? Per gli altri 899 viticoltori non si conoscono i dettagli. Nel caso dei tagli eccessivi di Dominique Giroud, la trasparenza è stata totale. Nel 2005, 2007 e 2008, meno di 6.000 litri di vino, ovvero lo 0,003% dei 19 milioni di litri imbottigliati in questi tre anni, sono stati oggetto di errori di taglio. Nella maggior parte dei casi, l'obiettivo era quello di migliorare la qualità dei vini (tagli d'annata) e non di ottimizzare il prezzo. Di conseguenza, il profitto ottenuto per errore è talmente esiguo da risultare aneddotico: meno di 15.000 franchi su un fatturato di circa 100 milioni di franchi nei tre anni considerati. Le sviste osservate nelle cantine di Dominique Giroud e di centinaia di altri viticoltori sono deplorevoli, ma si tratta di errori involontari, come può accadere in qualsiasi attività umana. In termini legali, si tratta di piccole irregolarità che non giustificano in alcun modo la sistematica campagna di demolizione che da mesi viene condotta contro Dominique Giroud e, attraverso di lui, contro l'intero settore vitivinicolo.
Marc Comina
Portavoce di Dominique Giroud
Fonte : Lettere dei lettori pubblicate in Le Temps del 20.11.2014
