Con una sentenza emessa il 15 febbraio 2018, il Tribunale federale svizzero ha dato ragione alla RTS e ha confermato la condanna inflitta nel 2016 per il servizio di "Temps Présent" su Dominique Giroud. I giornalisti della RTS sono stati ancora una volta duramente criticati per un servizio "tendenzioso" che non ha "presentato i fatti in modo completo e accurato", "eludendo elementi essenziali per la comprensione del pubblico" e "omettendo elementi che potrebbero portare a mettere in prospettiva alcuni fatti".
Il servizio è stato criticato per aver "ripetutamente dipinto Dominique Giroud come una persona senza scrupoli" e per aver "insinuato che avesse beneficiato di un trattamento di favore" da parte della Commissione federale dei vini, cosa del tutto falsa. Il Tribunale federale ha inoltre ritenuto che "facendo riferimento alle convinzioni di Dominique Giroud sull'aborto e sull'omosessualità, la RTS ha dato al pubblico un'immagine immediatamente negativa della persona in questione, gratuitamente e senza preoccuparsi di sottolineare che da anni non dichiara pubblicamente le sue convinzioni su questi argomenti".
Infine, i giudici federali hanno criticato i giornalisti della RTS per aver usato le convinzioni religiose di Dominique Giroud come "pretesto" per "ergersi a giudici morali, screditandolo". Questa "procedura" è stata descritta molto sommariamente dalla più alta corte del Paese come "gratuita" e "inaccettabile per un servizio pubblico". In conclusione, il Tribunale federale ha ritenuto, come i giudici di prima istanza, che "l'impressione generale data dal rapporto è quella di un documento incriminante, che si concentra deliberatamente su una persona presentandola fin dall'inizio e costantemente da un'angolazione moraleggiante e giudicante".
Questa decisione, che conferma senza eccezioni tutte le accuse mosse dal tribunale di primo grado, è un'ottima notizia per Dominique Giroud e rafforza ulteriormente le sue possibilità di successo nella causa di risarcimento danni intentata contro la SSR per aver condotto contro di lui una campagna diffamatoria indegna di un mezzo di comunicazione di servizio pubblico. Nel frattempo, Dominique Giroud è ansioso di scoprire quali misure saranno adottate internamente per garantire che la RTS, in conformità con i suoi obblighi legali, non ripeta in futuro simili violazioni dell'etica giornalistica.