Ah, la pressione dei media! Quanti non vi hanno ceduto in passato? Il Controllo Svizzero del Commercio del Vino (CSCV) appartiene ora alla categoria delle istituzioni deboli che si inchinano ai media. I direttori del CSCV si sono fatti prendere dal panico e hanno perso il senno. Hanno pubblicato cifre false e incoerenti. Meglio ancora, nel giugno 2015 hanno annunciato l'imminente pubblicazione, sulla Sito web del CSCVAlla fine, però, non hanno pubblicato né il rapporto 2014 né il supplemento statistico (a settembre 2015). Bisogna dire che hanno qualcosa da nascondere, questo è certo. Non vogliono davvero tornare sulla loro deplorevole performance del 4 giugno 2015 durante la quale, al solo scopo di compiacere i giornalisti, hanno cercato di far credere che avevano cambiato le loro pratiche per trarre insegnamento dal "caso Giroud". Ma la verità è che non hanno cambiato assolutamente nulla nelle loro pratiche, tranne la loro comunicazione, che è diventata calamitosa. Invece di spiegare e difendere il lavoro dei viticoltori, hanno messo alla gogna l'intera professione, sostenendo che uno stabilimento su due violava la legge. Sotto la pressione dei media, i leader del CSCV hanno voluto riscattarsi. Lo hanno fatto a spese dei viticoltori. A conti fatti, preferiremmo quasi che andassero fino in fondo alla loro incompetenza e non rendessero mai pubblico questo disgustoso e nauseante rapporto del 2014.
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