Pubblicato a metà febbraio 2015, il rapporto COGEST sul caso Giroud non lascia spazio a dubbi: dall'inizio alla fine, le autorità vallesane hanno agito correttamente nella gestione del caso fiscale di Dominique Giroud, che non ha beneficiato di alcuna compiacenza da parte delle autorità fiscali o di qualche membro del Consiglio di Stato. Discusso dal Gran Consiglio a metà marzo 2015, il rapporto è stato acclamato per la sua qualità e tutti i parlamentari hanno concordato sul fatto che esso poneva fine ai sospetti infondati che avevano gravato su Maurice Tornay per quasi un anno. Il giorno dopo, i giornalisti furono costretti ad ammettere che la montagna aveva partorito un topolino. Tutti i giornalisti tranne uno: Marie Parvex, sola contro il resto del mondo, incapace di accettare i fatti che le urlano in faccia che si è sbagliata. Marie Parvex adotta l'atteggiamento che tutti i giornalisti che sbagliano adottano sistematicamente: nega l'evidenza e inventa presunte zone d'ombra per cercare di insinuare il dubbio e resuscitare la sua tesi, quella che ha inventato nell'ottobre 2013, quella che l'ha portata a sperare di aver scoperto, come i grandi giornalisti d'inchiesta, un affare di Stato tale da far dimettere un ministro, la tesi che per mesi è stata ripetuta da tutti i suoi colleghi, la tesi che, per quanto possa sembrare incredibile a posteriori, le è valsa il più prestigioso premio giornalistico della Svizzera francese, la tesi che, come dimostra il rapporto della COGEST, è stata semplicemente dimostrata falsa, una tesi che ora viene difesa solo da Marie Parvex, nella sua grande solitudine. Per fortuna il ridicolo non uccide, e nemmeno il cattivo giornalismo.